lunedì 27 aprile 2009

In una cornice di marmo


Se fossi con me, amore mio,
raccolto nella seta di un abito blu,
la rotondità immobile della luna,
nella lontananza di un tuono,
sposerebbe i suoi baci ai tuoi,
innamorata di un petalo di pelle.
Se fossi con me, non aspetterei
il rossore dell'alba
per tingere di imbarazzo il tuo volto,
rubato all'affanno dei miei seni
color del latte.
Mai rinuncerei a respirare la tua bocca,
saziata nel ventre addormentato tra
un'emozione e un brivido d'affetto.
Avvolta dalla freschezza della sabbia,
rinasco il tuo viso,
nella speranza di una notte,
in un dipinto alla follia
del ricordo, tace il mio
desiderio.
Il mio sogno in un battito del cuore,
accompagna la solitudine del
vento, fragrante di te, incanta
le mie narici.
Riempie i miei sospiri di quel soffio
d'amore, orfano di due amanti,
amato nell'oscurità di un'unione,
nell'affanno di una carezza,
inseguita abbracciando l'impazienza
di una goccia di sudore.
Prigioniera di una lacrima, qui,
scivola via, stupita da una cornice
cornice di marmo, infranta
dalla pace dell'orizzonte,
cullata nel silenzio di
due dita.

venerdì 27 marzo 2009

Ricordo del corallo


Nel richiamo di una barca
addormentata dal tepore
di un tramonto,
distante dalla marea
fuggita alla
pienezza della luna,
spingo il remo
di un cammino verso
l'incertezza del largo.
Navigo.
E nel letargo di una vita
vissuta ai bordi della
riva,
immergo parole non dette
nel sapore caldo di un'
onda appiattita dalla
serenità del sole.
Rinuncio infine alla
noia di un attracco, e
unisco l'allegria
di un gabbiano alla
punta di un'isola
senza voce.
E per sempre,
la tranquillità
del corallo
decora di rosso carminio
spicchi del mio cuore.

martedì 24 marzo 2009

Albicocca


Ho assaporato
il gusto dolce
di un'albicocca.
Timida, un
sorso di polpa
corrompe il succo
inodore del mio cuore.
Sfiorito tra le
gemme di un
frutteto,
ricerca una goccia
di rugiada
dal pianto
della notte.
E dona
all'anonimato
di un seme
la novità di
un nuovo frutto.
Morso dal tranello
di una dama,
delicata, sbuccia
la verginità
della mia anima.
Tra i ciuffi
d'erba.

domenica 15 marzo 2009

Riflesso


Sfogliando la bontà
della tua pelle,
accoglie il tuo profumo
ricoperto di bianco.
L'eco delle labbra
ricamate in un sorriso.
Lo scherzo di una
mano sveste la
nudità del tuo collo
in una coda di
cavallo.
Trascorre la sera.

Solo.
Uno specchio spento
nella fretta di
un ritrovo.
Ricorda la vivacità
di un rossetto
intonata dall'accordo
di due dita.
Ora,
riposa l'ironia
di una camera nuda.

Il desiderio di te,
riflesso nella
bramosia di un attimo:
è di nuovo mattina.

lunedì 9 marzo 2009

Tulipano


Svanito nel sorriso
di un momento è
questo tuo viso
rivolto
alla dolcezza
della vita.
Alla curiosità
di un paesaggio
tra il verde
della primavera,
incerta dall'età.
Adesso.
Rifiorita in un
ciliegio.

Mille stagioni
rincorrono i tuoi
occhi, densi
d'allegria.
Attraversano
le colline
tra un bacio
ed un addio.
Arrotondano
queste tue guance
in un carnevale
senza maschera.

Nei tuoi occhi,
la libertà
di una nuvola
avvampata al
tramonto.
Sola,
in un passo
di danza.
Appare tra le
note di un viso,
offerto al silenzio.
Eternamente giovane.

martedì 3 marzo 2009

Sull'isola


Un cristallo
d'acqua sfumato
da una ruga di sabbia,
liscia come carta,
intreccia la punta
dei tuoi piedi scalzi
alla deriva dei sensi.
Fra lacrime di sudore,
rallegri il sapore
di sale, infranto
nella sinuosità femminile
arrotondata dalla spiaggia.

Quell'orizzonte,
luce di smeraldo,
respinge il desiderio
di una nuvola
troppo debole oggi
per bagnare
d'attrazione
le tue labbra
con la dolcezza
di una rugiada
al vapore del cielo.

Allontani all'ombra
candida di un seno,
rapito alla
timidezza del sole,
la vergogna del giorno.
Svestito nell'amore
di un letto,
accarezza l'ombelico.
Nei tuoi occhi la
quiete azzurra
accoglie l'aroma
sensuale del bronzo.

Così,
spruzzata
di fascino
da un'isola
distante dalla
carnagione
grigia del cielo

lunedì 2 marzo 2009

Nostalgia


Una coperta avvolge il sentimento
nel riposo di un verso.
In un brivido d'emozione,
dedica la nostalgia di un sogno
ad una goccia di mascara.

Buio


Essere nell'inutilità di un
riflesso spogliato di luce.
Due labbra cieche avvolgono
il mio pianto affogato nella
fantasia colorata di un dipinto.
Vivo nella memoria di una
carezza, fragrante di mimosa.
Tra sagome senza forma,
il ticchettare di un orologio
senza ora.
Smarrito nelle orme
incerte, di un bastone deriso
dalla vecchiaia.


Essere, bagnato
dagli accenti dell'oggi.
I ritratti svaniti
nell'odore della pelle.
E così sono, dentro uno sguardo
nascosto alla lucentezza dell'iride.
E così amo.
Il silenzio opaco della vita.
Al gusto di un amore, insaporito
dal naso,
nutrito nelle palpebre
sconfinate, di una mano
scampata alla notte.

venerdì 27 febbraio 2009

Luna piena sul mare


La lama fonde nel buio
la vanità di una notte
imbevuta di pece.
Sparsa sulla lucida
impotenza di onde,
denudate d'aria.

Lacera le tenebre calate
dalla profondità di un abisso
al respiro danzante
di una medusa.
Viola di veleno.
Fragile d'acqua.

Bramosa di nuove sponde,
anneghi nel fastidio
del giorno.

Di nuovo, ferite.

giovedì 26 febbraio 2009

L'eternità del mare


Sorprendi l'eternità del mare
in questo pomeriggio al gusto di caffè,
raccolto dal palmo delle mani.
L'ombra di un vulcano,
spento nel calore di un ricordo,
riposa l'ingordigia di una veduta proibita.
Sottratta dalla fotografia di un Amore.
Più in là,
uno scoglio, complice di un'intimità
complice, appaga la mia gelosia
e rifiuta all'infinità dell'orizzonte,
l'abbandono del tuo viso.
Tra la brezza salmastra
e il congedo di una nave.
Lo porge a me,
seducente di sensualità all'odore
di oleandro.
La carezza di un tuo dito è
tenera come l'olio sul pane.
Ne gusto il sapore, umido
tra le ma labbra.
In te, mordo l'eternità del mare.

lunedì 23 febbraio 2009

La camera da letto


Vivo,
disarmato da
una stanza,
estenuata dalla gravità
di quattro muri.
Volta alla speranza
di una finestra,
sola,
fra due porte oscurate
dall'invadenza di una
vernice azzurra.
La memoria del mio
ritratto,
incorniciata nella tela,
persa nell'agonia
del tempo,
abbondona la
parete dell'Ora.
La mia mente è qui.
Vuota di motivi.
Inchiodata ad una coperta
rossa di pazzia.
Sogno.
Nel ristoro della notte,
è quiete.



sabato 21 febbraio 2009

Le stelle e l'acqua


Miravo a comprendere
cosa significasse affondare
un dito nella luce di una
stella.
Ricadere nella stessa emozione
che suscita al fiume
quella danza, distratta
dalle lanterne.

E sono sceso con te,
i piedi accanto ai tuoi.
Riva e fiume insieme,
in un letto d'amore,
uniti dalla confusione
dei colori.
Io e te insieme.
Profondo nell'incontro.
Nella quiete di un'ora
distante ai naviganti.
Accanto a te, tre barche
annoiate dalla rigidità
della corrente.
Accanto a te, ti guido
in un quadro d'amore,
mosso dai sospiri;
la luce di una stella
bagnata dal fiume raccoglie
le tue dita, donandoti
la gentilezza del cielo.
Le stringo insieme all'acqua.

E tra una goccia e una stella,
la tua mano è per sempre mia.


Follia tra le rocce


Ho ingannato nell'angoscia
la tristezza di un amico.
La mia, in un'isola
senza cura.
Tra le mani di una camicia
senza bottoni.
Stringe la follia.
Tace la mia bocca.
Digrigna fra i denti,
vocaboli mai uditi
al di là di una porta
sorda di rumori.
Il mio silenzio ora nutre
la rotondità di una roccia
e muove la fatica
dei monti,
sfamati a Saint-Remy.


martedì 17 febbraio 2009

Al porto


Questo Amore
vinto dal molo di un porto,
fra alberi spogli.
Rifugia il suo canto
in seno ad un'onda.
Naufrago nell'oscurità di madreperla
bisbiglia al tuo orecchio
"Ti Amo".

lunedì 16 febbraio 2009

Vent'anni


Ripenso.
A come la memoria confonde il ricordo
tra pagine di emozioni
mescolate nel bicchiere dell'età.
Tra scarabocchi d'inchiostro,
stupiti da un pennarello rosso e
vivi nell'immaginazione di un foglio di carta.

Ad una borsa di pelle, sbiadita nella vecchiaia
di una nonna prigioniera delle pentole.
Scottate dai fornelli.
Ai vestiti corti nel tempo di una primavera,
sciupati dall'erba.
Alle file incessanti di lettere,
rincorse alla fine dell'estate.

Al colore artefatto dei banchi di scuola,
affollati di scritte rubate ai quaderni,
confuse da sentimenti immaturi.
Ai momenti protetti da piastrelle scolorite di un bagno.
Rotte dalla violenza di un voto tra chiacchere
di invidia, all'odore di tabacco.

Ripenso.
All'ansia di una domanda senza risposta.
Al silenzio che raccontava un pomeriggio mano
nella mano in mezzo ad una città umida di pioggia.
All'infinità di errori, cresciuti nella metà
limpida di un foglio, stufo di un tema
incatenato ad una traccia senza guida.

All'ultima notte, annunciata da un Luglio
pallido d'attesa.
Calma nei ricordi di genitori
ancora figli. Tra capitoli di libri indolenti.
Inscenata ad alta voce ad un pubblico di quadri,
su un copione annotato dalla generosità
di un amico.

Alle emozioni ritrovate in una
bottiglia che un tappo di sughero,
ha trattenuto nella paura.
Un linguaggio senza note.
Nell'impotenza di un sentimento arreso
ad una marionetta di legno,
ferma nell'immobilità guidata da
protagonisti senza volto.

Ho vent'anni.
Verso la bottiglia nel bicchiere dell'età.

domenica 15 febbraio 2009

Il tuo nome


Ho rincorso l'Amore
tra le righe bianche di un foglio,
nitido nell'inchiostro incolore
di discorsi mediocri.
Inattesa, la matita di legno
traccia uno schizzo di lussuria
tra quattro lettere impazzite.
Nel tramonto del tuo nome,
inizio ad amarti.

venerdì 13 febbraio 2009

Favonio

Ti osservo.

Alito di una notte senza fiato.
Ferma nella fotografia
di uno sguardo,
scattata al riparo di un vetro.
Invadi il riposo di un giardino
nudo nella nudità di Febbraio.
Intoni la melodia dei lupi,
figli delle notti offerte
alla libertà.

Improvviso, il tepore
nato dalla profondità di un
dirupo si fa primavera.
Di urlo in respiro
l'oscurità veglia.

Insieme a lei, anche io.

giovedì 12 febbraio 2009

Il mio nome è Albero

"Mi chiameranno Maestro?"

E il Maestro rispose:
"Ogni giorno passeggi accanto
a me nella foresta,
al fresco degli alberi.
Osservi il cadere incessante
di foglie che donano
nuova linfa ai tronchi.
Riposi il tuo sonno
nell'ombra disturbata
dall'invadenza del vento.
Ieri, passeggiavi accanto
a me in città tra i discorsi vivaci
del mattino.
E una Donna chiamò: Albero.
E io, solo, mi voltai per scorgere
quali labbra avessero avvolto
in tanta grazia il mio nome.

Quando Albero sarà un tuo nome,
allora le stesse labbra ti chiameranno
Maestro.



mercoledì 11 febbraio 2009

Ora

Ora.
Vita che corri.
Ora.

Sul palmo della foglia
di un acero.

Tra dita di lattice
desiderose di stringerti.

Nell'inchiostro di un
ultimo volere.

Nelle labbra vogliose
di un pollice.

Tra chicci di lavanda,
spolverati di miele.

Serrata dal vigore di
un morso.

Fragranza del grappolo
blu di un glicine.

Nel cibo di chi rifuta
di mangiarti.

Respiro di un alito
di fiato artificiale.

Quieta nel sussurrio
di un ruscello.

Appagata dallo specchio
del mondo,
veloce, scivoli via.

Vibra il silenzio


La notte china sopra un mare d'olio,
le nuvole ancorate al cielo.

L'albero spoglio del cotone pallido
di una vela derisa dal vento.

Le coperte rapite dal sonno
taciuto alla luce fioca di una lampada.

I remi scuotono l'ultima goccia di fatica del giorno.

Vibra il silenzio.

martedì 10 febbraio 2009

Matrimonio

L'amore tra le pagine di marmo di un altare
rilegge mille lettere smarrite nella distanza di un bacio.
E si fa unione.

La poesia

un grido muto nel silenzio di parole ardite
infrange una finestra
affacciato al cortile di una pagina bianca

lunedì 9 febbraio 2009

Il dolore è:

L'imbroglio di un destino,
acceso dalle dita di una lacrima,
fermata da un pezzo di stoffa incolore.
Abbandonato nella profondità
di un ricordo, dimenticato
dall'ultimo bagliore dell'anima,
digiuna di felicità.
Perdonato dalle rughe ricoperte
da mani, stanche di fatica.
Aggrappate all'ultimo sorso
di una vita
afflitta dalle foglie d'autunno.
Solo, nell'ultimo soffio di aria,
che abbandona al pallore la pelle.
Pianto dalla tristezza
degli occhi, nell'intimità stretta
di un cuscino.
Tra l'indifferenza di uno specchio.
Lo abbandono per sempre
al sorriso immobile della luna,
tra i versi di una poesia d'Amore.



Scirocco

La cornice snella al sapor
di liquerizia trucca i tuoi occhi
e zucchera l'intensità seducente
del sorriso,
tondo.
Separa le guance colorite d'uva
al maturar di Luglio.
D'improvviso, allarga nell'aria
ferma e annoiata
l'aroma di un bacio
condannato al ricordo.
Rivive.
Ripercorre l'ardore del deserto,
desideroso d'ombra.
Spoglio di linfa.
Infrange l'impeto delle onde
nell'innocenza di un'isola.
Attrae la fioritura degli aranci in fiore.
E' sera.
Il vento si alza, inatteso,
fragrante d'Africa.
Dissolve l'oscurità buia
dei tuoi capelli nel gelido chiaror
di una stella,
guida di pellegrini senza meta.
L'afa d'un respiro, esausta
e vagabonda, avvolge il viso.
Soffia tra due labbra socchiuse
il ricordo di un bacio,
tra le dune e la notte.

Sogno

Dimora 
una notte anonima,
il mio letto.
Nuda di attori
non ode sussulti.
Un sonno quieta il 
pensare nella
profondità 
del buio:
un assaggio di morte.
Inquieto 
di ricordi,
nel rimpianto,
rifiorisce i desideri.
Ritratti nella recita
di un'anima tra
volontà e 
inganno.
Un sogno:
disperdo un
brivido d'uomo
nell'unico spasmo
trafitto di vita.
Feconda.
Ucciso da un
alba.

L'ansia del silenzio

Nasce dalle tue dita
manleabile come la creta
informe e rozza,
diviene cortese nell'aspetto
di un vaso.
Immobile,
il disegno di un viso.
Protetto dalla quiete
di uno sguardo,
donato solo 
al tuo sguardo,
sottratto alla commedia
di ignote comparse.
sedotto dalla sensualità 
dei tuoi sensi.
intimi di solitudine.
Solo, ti cerco.
Solo, dormo sul tuo viso,
vivo di emozioni 
interrotte. catturate
dagli occhi.
Il tuo respiro, 
animato dal rintocco 
del petto.
Indossato di stoffa.
Mi assale la solitudine,
tra la noia dei giorni,
avari di parole.
L'ansia del silenzio.
Nella follia di un bacio
di carta,
la solitudine non è più sola.

Giungere a te

Per giungere a te.
Mille sentieri smossi dalla
forza del mare.
Limpido nella pace dei venti.
In collera tra il baccano
dei tuoni.
Per giungere a te.
Mi immergo nell'afa di una spiaggia.
Bollita dal giorno.
Narrata dalle voci dei passanti.
La musica delle cicale
suona la morte del agave,
sbocciata nell'eleganza 
di un fiore.
Intenso.
Profumato d'addio.
Per giungere a te.
Ora,
stringo la brezza della riva.
Ora,
mi aggrappo alle tue gambe,
fradice di afa;
mi nutro della nullità di pelle
che posso mordere.
Ora,
avverto il tuo odore,
desidero il tuo ventre.
Subito agiti le dita,
respingi il mio corpo.
Indifferente,
abbadoni un granello 
di sabbia alla sabbia.
Per giungere a te.
Ora,
nascosto nell'eternità 
di una spiaggia.

Metamorfosi

E ricordo:
i primi giorni,
di prato in prato,
il profumo della morbida
pioggia di primavera
tra il verde brillante 
dell'erba ancora fresca
di gioventù.
La fisarmonica
distesa e abbreviata 
dai piccoli passi,
suonata dall'infinità
dei miei piedi,
danza la melodia 
colorata dei fiori.
Sbocciati di fresco.
Invidio, la libertà
gradevole,
offerta da un alito
di vento 
alle ali delle api,
tuttora assopite 
d'inverno.

E ricordo: 
abbandonato
al tepore di un albero,
nascosto allo sguardo
del mondo,
mi ricopro della delicatezza
della seta.
Soffice, come una carezza
tinta d'affetto.
Mi arrendo.
Dormo l'infinità del tempo.

E ricordo:
il risveglio del ricordo,
la grazia delle mie ali,
umide di giovinezza,
subito germogliano
al respiro dell'aria.
Un battito:
la gioia di un istante,
la nostalgia dell'odore
della terra, nuda,
tra le radici
sporgenti degli aceri.
Assetata da una notte
senza tempo, 
bevo la vivavicità dolce
e zuccherata dell'uva,
protetta dalla fragilità
della sua pelle, avida
di tanto piacere.

E ricordo:
il velluto di una rosa
vermiglio,
l'intimità del suo fiore,
tra le mie labbra,
mai appagate 
da un unione
viva di passione.
Fugace....
Un battito d'ali...
Della brevità
di un'estate,
è il ricordo.

Fiume

Insegui il sapore di mare.
il pizzicare di sale 
tra la dolcezza dei tuoi sensi.
La compagnia del salice 
piange con te,
fresca della tua freschezza.
Accarezza, lenta,
brevi tratti del tuo viso.
Ancor più tristi,
salutano la tua impazienza.
Subito, mai sazi,
inseguono nuove carezze.

Vivi. 
Sospeso qua e là
tra il mormorio dei pesci,
assetati di aria.
Comandi l'indifferenza e il peso
di barche spoglie, immobili,
nude.
Quieto, 
offri una riva
alla prima complicità
dei cigni.

...

Accompagni migliaia di passi.
Ogni giorno.
Ogni sera.
Si affrettano al tuo fianco,
fuggono lontani.
Inseguono, ora,
la voce della Vita.
Con te, scorrono gli anni,
migliaia di passi
ritornano.
Inseguono, ancora,
la Vita.
Abbandonati al 
tuo specchio,
fermo, 
nel loro volto vissuto,
nella loro pelle livida,
nei loro occhi assetati,
scorgono, infine,
la Vita.



A L.

vedo il blu di un colore profondo di mare, il blu del cielo di notte carico di luce della luna ricca e immobile di fronte alle stelle;
la stessa luce, la vedo brillare, veloce attiva, specchio di un'anima ricca di sogno e di vita, di emozioni e bellezza. 
la luce felice propaga nel viso e lo riempe di un sorriso ricco di vita e di amore.
gli occhi riflettono sempre, lontani da ogni bugia, da ogni menzogna, ciò che nasconde, racchiuso in un corpo a volte prigione meschina, un'anima bella. bella, così com'è sfumata del blu del cielo di notte. 
ti guardo, e nel blu della notte, mi abbandono, immobile di fronte alle stelle, alla danza fermata in un rapido scatto, ma ricolma di tanto calore e dolcezza. e spero, in un giorno volto alla luna, di regalare tanta ricchezza al tuo sguardo posando le mie labbra alle tue.


 

Maggio

L'aria di Maggio,
al gusto di primavera.
La sento, non riesco a fermarla.
Imprigionata dalla presa,
gelosa di una fronda,
legata alla terra.
Fertile di vita.
Sfilano i soli tiepidi
dei giorni.
L'ombra dei tramonti.
L'alba, esultante d'allegria
impara la delicatezza
del mio profumo,
le sfumature dei miei colori,
tenui, riservati
agli occhi di chi 
aspetta di incontarli.
Di ora in ora,
apro la mia bellezza
alla bellezza del mondo e 
dono, nel rapido invecchiare
dei miei petali,
la dolcezza del miele
al ronzio aggrazziato 
delle api.
Di ora in ora,
sfiorisce la mia 
armonia.
E, nella prigione
di un'ingenua fronda,
di ora in ora,
rinasco.

Amanti

Giovani, ingenui.
Acerbi come il frutto nel seme.
Rincorrete la distanza del Amore.
Divisi, nello spazio di un giorno.
Lento. 
Pigro.
Interminabile, passione.
Interminabile, voglia.
Ogni pensiero si affaccia
alla finestra del amato.
Annusa il profumo del suo corpo,
la gentilezza del suo intuito,
l'odore delle sue dita.
Velati tra lenzuola,
madide di sudore,
eccitate dal battito
veloce del respiro.
Trattieni nel palmo di una mano
urla, rubate al piacere.
Confuse al dolore.
Imprigioni nei baci,
la morbidezza dei suoi seni,
nudi. Rigidi
nell'ansia dell'incontro.
Sfiorati dalla punta delle dita.
Nell'affanno del ventre,
nel tremore delle labbra,
si abbandona al tuo abbraccio,
la nudità dell'Amante,
sopraffatta dall'ultimo grido

Getzemani

Solo.
tra undici sonni, solo.
il sospiro della notte,
sparsa tra ignari rami d'ulivo,
rapisce il sudore di un'anima inquieta.
E vibra nell'aria l'ultima preghiera.

Cadi.
La polvere calpesta le tue mani, 
intravede ciocche di fili d'erba
arsi dal calore del deserto.
Placano l'arsura della sete
bevendo lacrime di acqua
che, posata sulla pelle,
svela l'umanità dell'uomo.

Rotta è la quiete:
gemono le lame avide di carne,
vive nella vivacità delle torce.
Uno tra dodici,
discepolo tra i discepoli.
sboccia quel bacio privo d'Amore
che, confuso, offre il tuo nome.
Sparsa tra i rami d'ulivo,
l'agonia di un ultimo 
soffio di vita.



Nato

brilla schiusa negli occhi,
geme in gocce di sale,
sgorga la Vita.

Sete

Lontana dai miei occhi.
L'anima insegue l'onda
del tuo corpo.
Il colore dorato 
da un estate senza tempo.
Accarezzato 
da un mare senza fine.
Scivolano le tue gambe,
chiuse l'una all'altra.
In una intimità, timida.
Insegui la danza dei tuoi piedi.
Nudi, in corti lacci di stoffa.
Velati di sabbia.
Freschi di acqua.

Riposa il tuo pensiero:
il ritmo delle onde,
il verde di giovani pini
avidi di pioggia,
gli socogli caldi di calore
rapiscono il fresco del mare.

Il mare:
geloso di te, 
insegue la tua pelle,
assetata d'estate.
Sfiorata da teneri schizzi.
Accoglie il tuo profumo.
Lo dona al suo ricordo.

Lontano dai tuoi occhi,
Mi immergo,
turbato dalle onde,.
Rapisco il tuo profumo.
Destato dal ricordo
del mare, 
subito,
accarezzo la tua pelle.
Assetata d'estate.
Assetato di te.

Azzurro

Vorrei fermare dentro di me
la luce azzurra dei tuoi occhi.
Gettare la chiave
del ricordo.
Custodirla come ho custodito
il primo bacio.
Timido e indifeso.
Abbandonato d'imbarazzo.
Vivo di curiosità.
Scorgerla a tratti.
Riflette la tua voce.
Gustosa di donna.
Vivacità di sogni.
Sospiri di ricordi.
Immerso in un respiro,
tra il vento e la riva,
nascondo il tuo naso.
Timido ed indifeso.
Gusto il primo bacio.
E ancora:
getto la chiave 
del ricordo.

Al mercato

Nel mattino d'estate, vociare di piazza:
racconti confusi tra i passi.
In uno sguardo, imprigiono il tuo Amore.
Ancora rinasce.

Amico mio

Amico mio,
non guardare con tristezza
all'ultimo istante di una vita.
non guardare con tristezza al ricordo
di una carezza.
al ricordo di un profumo.
della pelle che ti ha stretto per prima.
delle mani che ti hanno toccato,
quando eri nascosto allo sguardo del mondo.
alla luce del giorno.
dalle coperte fresche d'affetto.

non guardare con tristezza al ricordo
dei profumi di cucina.
delle chiacchere distratte di mille
persone, al rumore dei piatti.
al colore del vino.
a chi entrava per un attimo.


non guardare con tristezza
ai passi strappati alle gambe
dalla vecchiaia.
e a quelli percorsi bagnando
con le lacrime il colore delle rose.
le parole di un preghiera
tra cento foto sbiadite.
tra cento fiori freschi di vita.
freschi di ricordi.

non guardare con tristezza al cammino
di una vita.
al suo inizio e alla sua fine.
ricopri il tuo cuore con quel sorriso,
forse lontano,
forse mischiato a mille altri sorrisi.
al sorriso che,
coperto dal primo stupore di una mamma
mischiato al primo pianto di un figlio
ti regalò il respiro della vita.

Giovane

Giovane,
pelle colore d'oliva.
ricoperta di carezze.
ricoperta di sogni,
di lacrime, di baci.
Timida di rosso.
Non abbandonare i tuoi sogni di Giovinezza.

La Giovinezza muore al morire dei sogni.
Non invecchia con l'età.
Ravviva il morire di un amore.
E' viva al morire della vita.
Insegue, allegra, i giochi dei bambini.

Timida di rosso.
Gelosa,
subito ricopri di sogni 
la giovane pelle 
colore d'oliva.

"Notte Stellata" - dedicata al capolavoro di V.Van Gogh.

Vedo una notte senza tempo in cui le stelle danzano in un cielo, colmo delle stesse onde del mare.
vedo una luna racchiusa, quasi nascosta, dalla luce riflessa del sole e divisa a metà. e mi chiedo che espressione abbia la parte che timida nega al mio sguardo. 
vedo un cipresso. così colpito da tanta bellezza, portare la punta più alta di sé vicino alle stelle, quasi a volere danzare con loro. in una notte senza tempo. in un paese senza nome.
un paese racchiuso, quasi assopito in tanta bellezza, nella profondità di un denso colore di blù che ricopre le colline ormai prive del verde brillante ai raggi del sole. 
vedo che non c'è né cielo né terra perché in fondo ...se guardi bene con gli occhi la linea del orizzonte...le due parti si fondono in una. 
ed in questa danza senza tempo: mi è sempre piaciuto affondare i miei occhi.

Bacio

Abbracci un abbraccio
i tuoi occhi,
vivi di vita.
azzurri di cielo.
ora,
nell'oscurità del buio
insegui le labbra:
profumate di uomo.
ruvide di vento.
ora,
intrecciate alle tue:
fiato con fiato.
Amore con Amore.
Ruvide di vento.
un Bacio:
bagnato di te,
viva di vita

Chiaro di luna

chiara è la luna.
chiara la volta del cielo.
rifuggi milioni di stelle.
chiara la via della fuga.
gli spari, le grida.
silenzio: è paura.
è finita la guerra.
il bimbo ora è uomo.
ti guarda.
i piedi bagnati dal mare.
ti sfiora riflessa nel acqua.
ricorda la notte lontana.
chiara la luna:
nel mezzo di urla macchiate 
da odio,
gli diedi in regalo la vita.

Di notte, la luna

D'argento è la notte.
La notte che per te non è notte.
Odi le onde del mare
immerso nella solitudine delle isole.
La solitudine di chi è solo
desidera la pienezza del tuo sguardo.
Vicina. 
Quasi immersa nel mare. 
Quasi isola tra le isole,
osservi il ballo delle nuvole.
Lo sguardo bagnato di sudore di un Amore.
La danza ritmica dei corpi, 
rinchiusa tra la tenerezza dei lamenti.
Profumata di pelle.
Ricoperta di baci. 
Senza notte è l'alba.
Aspetti.
Volge la terra.
Di nuovo, notte.
Di nuovo, Amore.
La solitudine di chi è solo...



La Pietà

osservi in silenzio il suo corpo violato: un abbraccio, ricordo lontano di teneri tocchi di mamma inviolata, 
lo lega a te in un'ultima stretta di carne con carne.
osservi in silenzio, il sudore ricopre la pelle e lieve confonde le gocce di occhi bagnati da rabbia e tristezza.
quel corpo, un tempo cresciuto nel grembo sfiorato da aria divina, sul grembo ora sfoga: fatica, dolore, 
e accoglie peccati lontani di anni. 
abbracci quel figlio, Madre. tuo figlio.
vivi ancora negli occhi momenti di umana ferocia.
Sfiori, oh carezza, i capelli scomposti intrisi di lunga agonia. 
la pietra fredda e ferma, accompagna il tuo velo lento, rivolto al corpo privo di vita. 
e mostra per sempre quei gesti d'amore di donna, di madre, di serva
che perde un giovane figlio. 

Vi guardo: il blocco di pietra. Raccoglie in sé un attimo, svelato e discreto. 
Ricordo di un gesto, di un uomo. Di un dio ricolmo d'amore assoluto




Dedicata

bellezza di bosco, cupa e lucente. Siedi leggera, gambe incrociate. 
osservo la bellezza scura d'incanto che avvolge il tuo viso:
lunghi capelli neri posano leggeri su spalle d'oliva. lisce, lucenti di sole che insegue il rumore del treno. 
sopracciglia scure disegnano dolci tratti di donna sul viso, accompagnano un rapido seguirsi di pensieri, di mete interiori...si inseguono. veloci. leggiadre. sognanti.
occhi profondi, sfiorati dal sonno. chiedono l'abbraccio leggero di fini palpebre. movimenti lenti nascondono lo sguardo di donna dal mio di uomo. 
seguo curioso come piccole gocce d'acqua le foglie di rose i tratti gentili, la curva armoniosa del naso e d'immagine sfioro le tue labbra, chiuse: posate tra loro. riflettono polvere di luce: tenui.
ti guardo: gli occhi socchiusi. tranquilla immagine di bella purezza da sempre compagna. sorridi al tuo cuore. rapida, muti le tue splendide linee del viso: un pensiero nasce e muore. 
le mani: dita nette e sottili, confini d'unghie armoniose: piccole e tinte precise di tenue colore d'argento. Immagino il calore del tocco d'amore. Dita di madre futura accarezzano un piccolo corpo di vita immatura.
sfioro con gli occhi i tuoi piedi, nudi. Muovi le piccole dita, d'argento. sorrido.
ti guardo in silenzio. armonia di donna di bosco. 
veloce fuggi all'arrivo: scendi.
nasconde ancora il tuo bello di donna dal mio mattino...subito anonimo.

La Vita tolta

e un giorno senti di non essere sola. senti che dentro di te un nuovo mondo si apre.
lo senti, lo immagini con pensieri di giovane ragazza. sognante e matura al contempo.
lo senti anche se forse non è già piccolo uomo. vita e non vita pulsante e indiscreta, che arriva improvvisa...inattesa? Imbarazzo e gioia di giovane donna. 
lo senti compagno dei primi giorni da donna che dona. che cresce dentro di sè un futuro distinto, ancora possibile:incerto.
lo senti la sera, nel letto. solitudine strana... il buio accompagna la coppia distesa sul letto. e pensi a te madre nel tempo che scorre. e pensi a te giovane ragazza sola di nuovo nel tempo futuro. 
ci pensi ogni giorno mille e mille volte. piangi la sera sola nel bagno, pangi nel letto, piangi d'un pianto triste e di rabbia. l'angoscia di madre ancora ragazza, l'angoscia d'età ancora immatura, l'angoscia di ciò che è fuori da te: intorno a te.
ci pensi ogni girno mille e mille volte: al futuro come sarà e come potrebbe. al tuo uomo, giovane uomo!...con te ha dato la vita: lo stringi. piangi con lui: tristezza.
capisci ora giovane donna: il senso che dà e non dà una vita ancora non vita. una vita che non diverrà più vita. una vita che non genererà vita. 
la sera del giorno che toglie rapida la vita dal grembo...una strana tristezza, un senso di vuoto abbraccia il tuo cuore....cogli e sfiori lontana quel senso strano, preciso che solo capisce la madre che perde d'un tratto la vita.

Evelin

bianco, purezza di rosa sbocciata in petali al tatto velluto, 
invade con tocco privo di tatto il tuo volto, che incontra in un timido
abbraccio fermato per sempre nel tempo che scorre, la luce: veloce sparge 
se stessa e sfiora, in discreto imbarazzo... 
giovani curve del viso, in parte coperte dal biondo sbiadito di folti capelli
labbra appena socchiuse, stupite, appena sfiorate dall'aria che, timida, si lascia sfiorare da loro 
le curve in ombra del naso, sottile e il cui dorso...nasconde se stesso nel bianco di rosa: ne coglie, in un attimo eterno, il tenue profumo.
profondi, gli occhi: ti guardo negli occhi, lo sguardo incrocia il tuo sguardo. subito, timido, colpito da tanta femminea dolcezza, e sincera bellezza.
bianco, si sposa in connubio perfetto con tanta purezza di donna racchiusa 
nel fiore di giovani anni...negli anni il tenue colore che osservo mischiato al viso dai tratti gentile invade in un attimo eterno il respiro di un piccolo uomo.
respiro, che sfiora e sposa, appena immediata, la purezza sbocciata in petali al tatto velluto. 
e ne ruba, ricordo per sempre, il tenue profumo di rosa.

Unione

odore di mare, rumore sinuoso di onde accarezza ripidi scogli. 
piccole mani posano lievi sfiorado punte di rocce. Unione: calore d'estate, 
il vento, compagno di piccola polvere d'acqua salata intreccia, rapido, i tuoi capelli. sfiora lieve la punta del naso e passa veloce le curve, piene e mature, di donna...la pelle liscia ancora ricorda, calda, i raggi di sole. 
Nascondi i tuoi occhi, vivi ed intensi, toccati da un fine tratto di ciglia scure, al suo tocco indiscreto e timida, mostri un tenue sorriso. 
Il tuo corpo caldo e dorato nasconde se stesso, dietro piccoli fiori, confondono il loro colore con quello del mare: imbarazzo di pura semplicità. 
traspare...morbide spalle nascondono l'inseguirsi allegro di mare e terra. 
Un attimo è fermo nel tempo, prigione di pagine gialle...ti guardo geloso del tocco del vento.

Sole e calore

il sole, imprigiona se stesso: i suoi raggi caldi di luce viaggiano anni, la tua pelle in un attimo è invasa.
E li racchiude in un gentile colore d'oliva, che mostra sinuose curve di donna: la foto è prigione del tempo. 
L'osservo, un istante infinto e per sempre. Sorrido. Sorridi: le labbra socchiuse, piccole labbra, sfiorate da un corto sorriso, pervadono il viso di un senso di gioia. Quel viso, intriso di sole, sfiorato, toccato da docili dita. 
L'osservo...gli occhio sfiorano gli occhi, lo sguardo incrocia lo sguardo. Un senso profondo, un tocco di sole mi sfiora: gli occhi neri, spazio e tempo infinito, inondati di un candido bianco: guardi, serena e tranquilla, il tempo che corre.
Una sottile linea di un nero carbone disegna, carezza, la curva degli occhi: delicati tratti racchiusi in un attimo eterno. 
I lunghi capelli, mantello la curva femminea di spalle scottate di sole.
Il sole vecchio di anni osserva, timido, il calore donato, racchiuso per sempre in dolcissimi tratti d'oliva: immagine ricca di donna bagnata dal sole...vecchio di anni.

Ragazza

Giovane, calda...sensuale passione. La pelle, bagnata di fresco sudore, posa se stessa sfinita, ma ricca, su un letto: profumo d'amore. 
Chiudi, lenta, gli occhi. Un profondo respiro rilassa il tuo corpo...il corpo che, sincero, non riesce a celare alla mente il dono che porta con sé. L'estate coperta da intenso calore è feconda...sorride, discreta. Le piante. 
Rapida porti le dita sul ventre, sfiorando senti il calore diverso che nasconde se stesso a sguardi diversi dal tuo.
Da sola, l'essere donna, comprende unica e viva la vita che nasce. 
Da sola, l'essere donna, comprende unica e viva la vita che forma se stessa.
Da sola, l'essere donna, comprende unica e viva la vita che lascia il suo corpo. Custode d'un tempo ricco e profondo, trascorso in tenera curva di madre.
Da sola, l'essere donna, comprende unica e viva il distacco del piccolo dono d'estate.
La giovane mente percorre, emozioni di un dolce cammino futuro...e vive quell'attimo, rugiada di un pianto che dona la vita.

Un vestito

coloro di nero la tua pelle.
scottata dal giorno. 
scottata di sole.
avvolgo la tua spalla. 
è mia.
abbandono l'altra allo sguardo di altri. 
geloso.
scivolo senza imbarazzo sopra il tuo seno.
lo tengo tra me. 
lo tengo per me.
conservo il tuo calore. 
il tuo profumo.
accompagno il tuo ventre.
respiri.
abbraccio i tuoi fianchi.
mi fermo accanto ai tuoi piedi.
mi abbracci.
racchiuso in tanto calore,
geloso, ti avvolgo.
nel istante di un attimo:
il tuo corpo è solo mio.

Il tocco


rapito da un rapido tocco,
ascolto in silenzio il profumo di donna.
delicato toccarsi il mio corpo...racchiuso per attimi eterni nell'intimo essere donna.
la vita, timida, nasconde se stessa nel ventre immaturo ad occhi diversi dai tuoi.
stringo, forte e sincera, la mano che grida dolore, gioia vissuta ogni giorno: la vita svela se stessa. un pianto è fuggito...

Amore

l'amore è...l'amore è chiuso in una carezza. l'amore è un attimo intenso di follia. l'amore è attesa...nove mesi.
l'amore è attesa...due lettere: un sì.
l'amore è...l'amore è chiuso nella linee degli occhi. l'amore è contraddizione: un abbraccio...uno schiaffo. l'amore è azione: una spinta. 
l'amore è...l'amore è chiuso in un battito: il cuore. l'amore è tristezza: un pianto. l'amore è respiro: il primo respiro. l'amore è preghiera: una croce.
l'amore è...l'amore è chiuso in una parola: rispetto. l'amore è gioia: un sorriso. l'amore è poesia: è scrivere. l'amore è dipinto: un quadro.
l'amore è...l'amore è chiuso in una forma: il seno. l'amore è purezza: è casto. l'amore è labbra: un bacio. l'amore è infinito: il mare.
l'amore è ricchezza: denaro. l'amore è libero: non ha condizione. l'amore è rinchiuso e nascosto: la curva di un ventre materno. l'amore è guida: un maestro.

la vita, lo incrocia in molte sue forme, lo sfiora, lo vive, lo odia, lo ama, lo evita, lo nasconde...
la vita, mentendo a se stessa, alle volte lo ignora, lo vede lontano da sé:

...l'amore è ovunque chiuso in un viaggio: la vita.

Vita

...chiedono, guardando se stessi nello strano cammnino di vita: che cosa è la vita, che cosa significa essere vita.

che cosa è la vita? e penso che...:

la vita è chiusa dentro il primo pianto d'un bimbo: appena nati la vita è un pianto.
la vita è chiusa dentro l'amore sincero che spinge la donna ad essere madre: in amore la vita è un gemito.
la vita è chiusa dentro un gesto d'affetto: in amicizia la vita è una mano. 
la vita è chiusa dentro la saggezza di parole più grandi di noi: in vecchiaia la vita è un consiglio.
la vita è chiusa dentro...

in qualunque prigione dorata essa sia chiusa...la vita è condivisione. racchiude nella sua celata intimità il desiderio più puro di essere dono.

essere vita, guardarla: un cielo stellato, toccarla sulla pelle d'un bimbo, sentirne il calore tra i denti, piangerla, sudarla, soffrirla,...qualunque sia il desiderio che emana da essa, qualunque sia il verbo che ne disegna i tratti...la luce infinita, pura e semplice che imprime, anche solo in un breve istante il senso profondo di essere uomo. L'anima, innata, la declina in un unico semplice verbo: donare.

che cosa è la vita? e penso che...

la vita, che dà un senso profondo a se stessa e che rende se stessa eterna, senza tempo, è chiusa dentro un qualunque piccolo dono, spontaneo, sentito...risposta a chi, guardando se stesso nello strano cammino di vita chiede: che cosa è la vita?

Poesia per Laura

pittura di giovane ragazza, sognante imbevuta d'amore. Lo sguardo guarda oltre il tempo presente, sospeso in un attimo puro, memoria viva nel cuore da ora per sempre, la rosa compagna d'istante d'amore, confonde il suo petalo rosso velluto nella tua pelle, ricorda di sole, appena scottata. 
lo sguardo sognante legge nell'anima viva, completa attimi eterni di vita insieme, ingenua e spontanea, ricchezza e dolce ricordo...
il sorriso, caldo sorriso, avvolge il ramo prima ricco di spine, ora poesia racchiusa tra labbra, labbra impresse di storia d'infinita dolcezza, il tocco di labbra con labbra, l'intreccio di sapori di pelle nel caldo d'estate. 
lo sguardo diverso di oggi, sfiora le spalle spruzzate di bianco, e specchia negli occhi d'allora la gioia d'un attimo fermo nel cuore...rapido, batte nascosto da dolci tratti di donna.

Dedicata

rapido sguardo, acerbo racchiuso in età di mille perché, rapisci il mio
sguardo. sfioro i tuoi occhi corvini, incrocio il tenue colore di latte: la pelle
macchiata da tratti più scuri, coperta, timida, da folti capelli color di
carbone.
sfioro l'armonia di curve e piccoli colli leggeri, nati dal semplice
schiudersi del discreto sorriso specchio di serenità. ingenua e immatura,
percorre giorni sempre diversi, ognuno dei quali muta e trasforma il discreto
sorriso in pianto leggero e nascosto, in gioia sincera d'amore, in
rabbia...in dolore che cresce.
e diventi ogni giorno più donna, più vita. e insegui, o torni al discreto
sorriso di un tempo e ritrovi immediata la serenità, ingenua e immatura.
ripensi all'età dei mille perché, e vedi in ognuno di essi risolti un piccolo
passo che da acerbo si è fatto, veloce e sofferto, maturo.
rapido sguardo, rapisce il tuo sguardo. sfiori i suoi piccoli occhi corvini e
odori il tenue profumo di latte e guarda il tuo cuore, il più dolce e acerbo
dei mille perché.

Padre lontano

Passione rapida e igenua, sapore e gusto d'intreccio tra corpi immaturi. Il soffio caldo del vento posa una carezza sul fragile ventre bagnato da fresca passione, custode nascosta di un attimo acerbo di vita.

Lontana ricordi il profumo del piccolo uomo che ora è distante figura di padre...la piccola voce, ingenua, richiede curiosa e osserva altre piccole voci riflesse e accudite da ferma, e sicura voce matura.

Osservi la giovane vita, nutrita, custode da un senso profondo di complice amore che solo il tenero seno ora maturo può crescere: ascolti, accarezzi sfiorando le dita e baci le labbra socchiuse: giovane vita!

Lontano da te, rapito da ingenua passione, intreccio di corpi immaturi, dona se stesso ad un fragile ventre...specchio sicuro nel tempo passato veloce di una piccola voce curiosa.

Violenza

lacrime. 
un pianto profondo si leva. singhiozzi interrotti da tacite frasi: "smetti ti prego!".
la cieca violenza colpisce. colpisce. colpisce e ancora colpisce: lamenti di purezza strappata da furia, ignoranza.

la porta sbatte. l'aria s'infrange.

dolce purezza violata: sola dentro stanza. sola al di fuori di essa...Vergogna copre ogni cosa: ovatta la voce come neve d'inverno la città indifferente.
Ora rinasci ragazza...esci dalla spirale del falso rimorso. Del senso di colpa...libera sciogli la voce, il silenzio e vola: via dalla stanza. per sempre.


Concepimento

...nello spazio infinito.
solo, nel cielo puro e senza luce....vive la vita ancora idea.
un attimo è compiuto: l'amore lega per sempre i corpi nudi, insieme...abbracciati 
nel caldo afoso di una notte eterna...l'aria si ferma. 
Luna fonde la sua debole luce d'argento agli spasmi affannosi. lento respiro di donna.
insegue il dolore e il piacere. dolcezza e violenza. 
cala il silenzio...
e l'idea è carne e vita. nel tempo che scorre veloce: un pianto si leva. e respira

Ad un'amica

Nell'abbraccio della notte, il mio respiro si fonde al tuo lento respiro che è accanto, seperato da un piccolo vuoto di luce.
E, nella stanza che dolce accoglie il mio sonno: profondamente ripenso.
Ripenso ai tuoi occhi nei miei, a come uno sguardo possa parlare molto più di mille parole e possa dare più amore e affetto di mille baci.
Ripenso al tuo tocco, a come può essere ricco di voce un semplice tocco, a come le tue mani hanno stretto le mie, a come una fugace carezza può imprimere un forte coraggio.
Ripenso ai pianti, alle mie lacrime, ma non alle lacrime che dense di imbarazzo scendono dagli occhi, ma alle lacrime che più silenziose scendono nell'intimità del cuore. Le mie lacrime avrebbero desiderato bagnare la punta del tuo cuore perché solo così la loro caduta priva di freno è cessata.
Quando due cuori parlano la stessa voce, il pianto instantaneo è solo un dolce sorriso.

Ripenso semplicemente a te, al tuo essere semplicemente madre, al tuo sorriso e al tuo ridere che complice richiama il mio in una ballo senza freno e senza inibizione.
E penso al miracolo, all'unicità unica nel suo essere spontanea della danza di due anime, intrecciate, che percorrono insieme, quasi fondendosi, un veloce tratto di vita.
E penso al dono, un dono che regala al mio cuore mille emozioni, che immutabile è nella voce dei tuoi passi, nel rapire l'immagine dei tuoi capelli riempiti di sole, nel sapore di racconti che raccontano il senso, l'insieme dei suoni, le note di una vita unica: la tua.
E nell'abbraccio della notte, separato da un piccolo vuoto di luce, il mio respiro accompagna la ritmica cadenza del tuo, e stringe a sé la tua mano.
Nell'abbraccio della notte: è per sempre.

Donna


Donna,
semplice nel tuo essere donna,
donna nella profondità di uno sguardo,
nel calore di un sorriso,
nello stringere le dita di una mano,
nel cullare un sonno di un bambino,
donna nelle lacrime di un dolore eterno,
nelle urla di una nuova vita che accogli,
donna...semplice nel tuo essere donna,
semplice nello sfiorare i capelli e
nel assaporare e rincorrere la vita,
nel baciare chi insegue i tuoi baci,
nel toccare i tuoi seni di donna sbocciare,
semplice nella tua semplicità,
rincorro il tuo essere e assaporandone
il calore divengo Uomo.

Pomeriggio al lago

il ricordo racchiude in un attimo fermo un pomeriggio di sole
bagnato dall'acqua del lago.
racchiude, il profondo colore di blu dei tuoi occhi nei miei che,
ancora, ne assaporano luce e dolcezza. 
racchiude la danza impacciata dei sassi sull'acqua, il loro
fugace volo sul volto più caldo del lago....bagnato come è 
dai raggi del sole d'agosto.
il calore riscalda il nostro cammino lungo la riva, veloci le tue 
parole narrano luoghi, emozioni, di cui perdi il ricordo nel tempo.
vissuti, ora con me, di fronte al rumore brusco e increspato del lago
che cinge le nostre figure tra mille.
il ricordo racchiude in quell'attimo fermo quel pomeriggio di sole, 
ricolmo di tanta dolcezza, di mille parole, dei tuoi capelli 
raccolti, bagnati del biondo dei raggi del sole d'agosto.
è sera: il lago borbotta coperto dal buio imminente.
ti guardo: e bagnando i miei occhi nei tuoi mi immergo. 
di tanta dolcezza è vivo ora il ricordo...racchiuso
negli occhi ancora dipinti del profondo colore di blu.

Al Giglio, d'estate

luna, posa un tenero abbraccio d'argento.
avvolge l'isola.
ferma ogni vita.
placa ogni fretta.
la guardo.
d'un tratto, spinge avanti negli anni il mio capo,
biondo di sole.
ascolto in silenzio chi rompe il silenzio.
il vento profuma il canto di mille cicale tra i nudi tronchi d'ulivo.
il mare ancora raccoglie frammenti di scogli e, frettoloso,
dona un morbido letto al corpo dei giovani amanti.
audace, ridona il calore del giorno ai seni
nudi
spruzzati di sale.
rinchiusi tra dita bagnate e assetate.
in fronte ai vicoli vuoti, a case prive di tetto, li accoglie e ascolta
in silenzio chi rompe in silenzio:
un grido bagnato d'amore, spruzzato di sale.
Silenzio: il mare ora sfiora soltanto il sonno, 
nascosto da mille cicale.