lunedì 31 marzo 2014

La strada

Asfalto. 
E nudità di respiri. 
Scivola silenziosa nell'illusione di una pozzanghera. 
L'impronta di un piede insegue gocce di sudore.
Lenta, inerme. 
Gocciolano lacrime di sabbia. 
Alla ricerca di un fine. 
D'un tratto cado nel sonno. 
E mi risveglio pozzanghera.

lunedì 3 marzo 2014

Amo

Amo, il suono della chitarra.
Amo i fili d'erba quando pitturano di verde
l'imbarazzo di una coperta, buttata in pasto
al desiderio.
A quell'odore che ti impasta le narici, e
ti blocca il respiro.
La sincerità volgare di una notte sbronza
tra birra e due carezze strappate alla solitudine.
Amo dire ti amo, a me stesso.
A chi lo cerca, a chi lo trova e mi ama tanto
da mostrarmelo così come è
senza mettere una virgola quando la punteggiatura
serve solo a rallentare un discorso che corre
dritto alla meta nella metà di te che è morta
nascendo.
In quell'attimo: il pianto, il respiro.
Il battito che è più vivo della vita.
Che abbraccia speranza e sogni.
Che la insegue, la raggiunge e senza guardare
nel viso dei presenti: la mostra nella sua semplice
integrità. Stupendo anche l'abitudine.
Amo dire ti amo, a chi ha cuore,
ma non ha coraggio per accordare la
sua melodia ai gesti e al movimento delle
labbra. Inumidite da ciò che è sfuggito all'aria
ed è scivolato in qualche lacrima.
Amo queste tre lettere, saltate da una penna
a tre dita. Senza disagio. Senza indugiare nel
tempo che passa e ti ignora, li incontro
in un momento lontano da incontri
reali. Ora, amo.