martedì 8 aprile 2014

Una pagina bianca

Rincorri la tue labbra, di sera,
umide e gioviali come i tuoi modi
delicati che sfiorano un abito di seta.
L'odore di te, arrotola briciole d'aria
e si scioglie nella gentilezza di
un abbraccio.
Mi piace come si perde negli angoli
di casa il tuo pensare, solo.
Mentre le tue unghie, rosa, si pizzicano
l'una sull'altra in cerca di conferme.
L'insicurezza è ciò che arrotonda
gli spigoli del tuo carattere.
In qualche goccia di pianto,
gettato di nascosto nella metà di due
cuscini, raccolgo quell'intimità che
solo l'intuizione dei miei occhi,
sa scoprire.
E riscoprire, di
tratto in tratto, il disegno dei
tuoi capelli mescolato tra
le mie mani.
Adoro abbandonarmi in questa danza
di odori e di respiri, qui, con te.
In questa stanza a mezz'ombra,
siamo due attori senza copione
che svecchiano un pubblico di
libri.
Amo, la tua recita senza inibizioni,
e la mia parte. In te, così viva.
Bacio le tue piccole dita;
una pagina, semplice,
scrive a matita il tuo nome.
E si nasconde nelle
tasche del mio vagare.

lunedì 7 aprile 2014

Candela

Guarda in profondità
ogni punto
che contorna
il movimento
del tuo essere.
L'anima è un velo,
lento e leggero.
Tra le pieghe
della pelle,
accarezzi la
sua luce.
E canti alla
diversità della vita,
la tua emozione.
Presente.
I rontocchi, non sono
altro che un istante
dopo un altro istante.
Ferma i tuoi occhi qui.
E penetra la tua fecondità,
adagio, ballando.
Le tue dita recitano una
poesia alle stelle
pizzicando una vecchia
chitarra.
L'armonia espande
il proprio respiro
disordinato ai
confini del cielo.
E tu, qui, raccogli
il tesoro  della vita
regalando un bacio
al mormorio
di una candela.

Scorcio d'estate

Un battito solitario.
Tuona la sete di verità.
L'istante si accende di polvere di sole.
Risuona un passo strapazzato.
Tre bastoni vincono il tavolo di marmo.
Di bicchiere in bicchiere.
Il profumo di vino accende i respiri.
E qualche ragazza torna bambina.
Pattinando e fingendosi matura al richiamo
del tramonto.
La maturità del sesso.
Nella metà di un prato dedicato a fiori ed erba vergine.

Prendimi, adesso!
Quando il calore è colore.
Insegnami la verità di un battito d'amore.
E sfiorami la notte, la pelle.
Lascia le tue pupille solleticare i miei piedi.
La legge è natura.
Cieca allo scoccare dei minuti.
Congelata nei ghiacciai dei secondi.
Nella futilità degli spazi che dividono.
E nelle parole imprigionate tra il sudore delle mani.
Prendilo il mio sudore, perché è tuo.
Senza il tuo profumo non avrebbe mai
ammorbidito la mia schiena.
Succosa di emozioni e brividi senza
memoria.
In te, la profondità intima del mio dolore,
ricama per sempre l'anima
di due labbra, cucite una sull'altra.
Eppure così rapide nel loro vociare.
Il desiderio imprigiona il mio
cuore ad una federa color carne.
In due dita, una carezza spegne
la solitudine di una lacrima. 
Ho caldo. Le mie gambe cercano
il sorriso del mattino.
Che amo. Con te, tra la palpebre
della mia immaginazione.

martedì 1 aprile 2014

Libertà

Essere: unione di amore e ragione.
A matita su un foglio di carta, opaco.
Abbandonare entrambi accudendo
la mescolanza di due nudi.
Pelle di pelle. Sedotta.
E vestiti sporchi di verde d'edera.
Umidi in un chicco di vita senza coperta.
La notte è campagna.
Il desiderio, riposo.
E lì resta nell'anima sola,
persa in ragionamenti senza logica.
E turbata dall'eternità del tempo.
Lì, senza il pensiero dell'essere.
Cade la barriera all'amore.
E per la prima volta Amore e Essere si incontrano
nel loro punto d'incontro.
Il tutto, senza ragione.

lunedì 31 marzo 2014

La strada

Asfalto. 
E nudità di respiri. 
Scivola silenziosa nell'illusione di una pozzanghera. 
L'impronta di un piede insegue gocce di sudore.
Lenta, inerme. 
Gocciolano lacrime di sabbia. 
Alla ricerca di un fine. 
D'un tratto cado nel sonno. 
E mi risveglio pozzanghera.

lunedì 3 marzo 2014

Amo

Amo, il suono della chitarra.
Amo i fili d'erba quando pitturano di verde
l'imbarazzo di una coperta, buttata in pasto
al desiderio.
A quell'odore che ti impasta le narici, e
ti blocca il respiro.
La sincerità volgare di una notte sbronza
tra birra e due carezze strappate alla solitudine.
Amo dire ti amo, a me stesso.
A chi lo cerca, a chi lo trova e mi ama tanto
da mostrarmelo così come è
senza mettere una virgola quando la punteggiatura
serve solo a rallentare un discorso che corre
dritto alla meta nella metà di te che è morta
nascendo.
In quell'attimo: il pianto, il respiro.
Il battito che è più vivo della vita.
Che abbraccia speranza e sogni.
Che la insegue, la raggiunge e senza guardare
nel viso dei presenti: la mostra nella sua semplice
integrità. Stupendo anche l'abitudine.
Amo dire ti amo, a chi ha cuore,
ma non ha coraggio per accordare la
sua melodia ai gesti e al movimento delle
labbra. Inumidite da ciò che è sfuggito all'aria
ed è scivolato in qualche lacrima.
Amo queste tre lettere, saltate da una penna
a tre dita. Senza disagio. Senza indugiare nel
tempo che passa e ti ignora, li incontro
in un momento lontano da incontri
reali. Ora, amo.